La Fondazione Gritti Minetti patrocina l'incontro organizzato dall'ANPI sezione di Dalmine su "Foibe e uso politico" nell'ambito del ciclo "Macerie 2025". L'incontro con lo storico Eric Gobetti avrà ad oggetto il tema delle foibe, dell’esodo e del loro uso politico, vicende che si svolgono durante e alla fine della seconda guerra mondiale, e vengono spesso raccontate facendo cominciare la storia dal 1943, come se tutto ciò che è accaduto prima non contasse. Si tratta di un uso strumentale della storia. Per comprendere quelle vicende (come per qualunque altro evento storico) è necessaria una contestualizzazione storica e geografica. Solo a partire dalla verità storica è possibile giungere ad un processo di riconciliazione delle divisioni della seconda guerra mondiale che non è solo utile, ma anche necessario dopo 80 anni. Un processo che dovrebbe avere caratteristiche transnazionali e non solo nazionali, ovvero riconciliare avversari politici all’interno degli Stati, ma anche gli Stati e i popoli fra loro.
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La Fondazione Gritti Minetti e l'ANPI sezione di Albino organizzano la presentazione del libro I carnefici del Duce di Eric Gobetti.
L'evento è previsto per il 20 febbraio 2025 alle ore 20.45 presso la sala consiliare del Comune di Albino.
Non tutti gli italiani sono stati ‘brava gente’. Anzi a migliaia – in Libia, in Etiopia, in Grecia, in Jugoslavia – furono artefici di atrocità e crimini di guerra orribili. Chi furono ‘i volenterosi carnefici di Mussolini’? Da dove venivano? E quali erano le loro motivazioni?
In Italia i crimini di guerra commessi all’estero negli anni del fascismo costituiscono un trauma rimosso, mai affrontato. Non stiamo parlando di eventi isolati, ma di crimini diffusi e reiterati: rappresaglie, fucilazioni di ostaggi, impiccagioni, uso di armi chimiche, campi di concentramento, stragi di civili che hanno devastato intere regioni, in Africa e in Europa, per più di vent’anni. Questo libro ricostruisce la vita e le storie di alcuni degli uomini che hanno ordinato, condotto o partecipato fattivamente a quelle brutali violenze: giovani e meno giovani, generali e soldati, fascisti e non, in tanti hanno contribuito a quell’inferno. L’hanno fatto per convenienza o per scelta ideologica? Erano fascisti convinti o soldati che eseguivano gli ordini? O furono, come nel caso tedesco, uomini comuni, ‘buoni italiani’, che scelsero l’orrore per interesse o perché convinti di operare per il bene della patria?